ALFONSO GOI – IN MOSTRA ALL’ORATORIO DI CORNELIANO

9 Aprile 2025

Fiorellini, uccellini e… paesaggetti.

 

Paesaggetti?  Sì, così li chiamava il maestro e amico Giacomo Ghezzi quando incontrandomi chiedeva scherzosamente: “Come vanno i tuoi paesaggetti?”

Eseguiti prevalentemente all’aperto nel corso degli ultimi 15 anni, i miei paesaggi hanno come soggetto il fiume Serio nel tratto tra Seriate e Mozzanica e un poco più a sud; luogo che ho frequentato molto, camminando su e giù, contemplando, fotografando e dipingendo, trovando nella pace del parco, un grande conforto spirituale di cui avevo estremo bisogno. Non me ne vogliano gli amici di Rivolta e di Corneliano per aver trascurato la loro Adda, so bene quanto sia bello il loro fiume con il suo parco, ma come scrisse un saggio indù, tutti i fiumi sono sacri.

Dipingere en-plein-air è una forma d’arte a sé, con le regole e le complicazioni che accompagnano il grande piacere di disegnare all’aperto in piena luce, a contatto con la natura.

Ricordo quando da ragazzo partecipavo alle estemporanee di pittura, in occasione delle feste di paese intorno a Cremona… allora era puro divertimento, col tempo è diventata una passione e un lavoro.

Ho dipinto sotto diversi cieli: nell’America del nord e del sud, in Australia e in Germania e prossimamente in Francia. Ho dipinto molti paesaggi anche in studio usando fotografie scattate da me -di cui un paio di esempi in questa mostra.

L’intento è sempre quello di cogliere un aspetto della realtà che mi colpisce nell’istante in cui si manifesta. Richiede un’esecuzione rapida, piena di vita, entusiasmo e sentimento nel dipingere e, soprattutto, richiede di innamorarsi del soggetto.

 

L’incontro con Franco Testa, uno dei più grandi illustratori italiani, mi ha portato a trasferire all’illustrazione botanica l’attitudine, analitica, questo modo di dipingere, quasi iperrealista,. Mentre nel paesaggio en-plein-air  il disegno nasce lavorando insieme al colore, nell’illustrazione il disegno è molto studiato e particolareggiato, perché ha l’intento di raccontare e descrivere scientificamente le forme naturali, non di evocarle in modo impressionistico.

Come diceva proprio Franco Testa: “l’arte della pittura è una pratica meravigliosa, è come viaggiare per mare; ma mentre dipingere è come andare in barca a vela, illustrare è come andare a remi”.

Nelle illustrazioni tratte dai miei calendari commissionati da L’Erbolario, la nota industria erboristica per la quale disegno anche il packaging da ormai 35 anni, la natura è vista molto da vicino secondo i dettami della classica illustrazione botanica. Studiando a fondo le forme naturali si scopre un mondo di grande bellezza, armonie di linee e sfumature di colore, a volte incredibili, di cui sono rivestiti i fiori, le foglie, gli uccelli, gli stessi insetti e le farfalle, ma non solo. Se ci si accosta alla osservazione della natura con umiltà e pazienza, vi si trovano molti insegnamenti. Nutrendosi dei suoi colori e delle sue linee armoniose, la capacità di rappresentare e di esprimersi si arricchisce progressivamente.

L’amore per la natura è il denominatore comune della mia doppia produzione, apparentemente così diversa. Questi due modi di esprimersi sono utili l’uno all’altro: lo studio della luce e del colore e l’acquisizione della capacità di rappresentare il senso di profondità delle forme nello spazio mi aiuta molto nella composizione delle tavole botaniche. Allo stesso modo, il costante esercizio del disegno, necessario nelle illustrazioni, mi permette di abbozzare il quadro dal vero con grande facilità.

 

E così tra piacere e fatica si svolge la mia attività artistica, un omaggio alla bellezza del mondo il cui sentimento profondo cerco di trasmettere nelle mie opere.

Dedico questa mostra a chi mi ha trasmesso l’amore per la pittura: mio padre Sergio Goi.

 

Alfonso Goi.

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